ce ne parla Carlo Porcella Crespellani vedo link Accompagnare la nascita dei progetti di rigenerazione urbana: ecco Monreale | Democrazia Deliberativa
Ogni progetto ha una sua scintilla iniziale e una sua traiettoria di sviluppo. Questo vale anche per i progetti di rigenerazione urbana. Dove nascono? Dentro uno studio professionale o in un’aula consiliare? Forse, ma il luogo primario e motore di tutto è sempre l’utenza, un gruppo di promotori residenti e sostenitori che hanno volontà e determinazione, vision, capace di vedere oltre semplici richieste.
E’ un punto di partenza che poi deve prendere corpo con una comunità che si crea intorno. Serve però subito dopo consolidare questa piccola comunità, creare un gruppo coeso e incominciare a condividere una visione capace di identificare punti di forza, di debolezza, comprendere i punti chiave per tracciare l’ambito di intervento, le priorità. In altri termini mettere a fuoco e condividere insieme le conoscenze e gli elementi per definire le specifiche di un progetto.
Sembra facile, ma questo snodo è cruciale. Motivo per cui si è subito pensato di fare un’indagine conoscitiva.
E come succede nelle questioni complesse, l’indagine serve per avere delle risposte ma ancor più serve per definire quali sono le domande chiave.
Così si è partiti con le domande che prima di tutto ci identificavano le persone che abitano e vivono o lavorano nel quartiere di Monreale e poi approfondire l’idea di futuro.
ce ne parla Carlo Porcella Crespellani vedo link Rigenerazione urbana per il quartiere Monreale a Cagliari-Pirri (parte 1) | Democrazia Deliberativa
La parola è di moda, rigenerazione urbana, si sa che significa un cambio radicale per aree compromesse, siano esse centri storici, periferie, aree ex industriali e comunque dove agli aspetti di degrado edilizio-urbanistici si affiancano anche criticità sociali, culturali o di servizi. Emergono nella città di Cagliari alcune aree critiche in questo senso: S.Elia, Is Mirrionis, S.Avendrace, la stessa municipalità di Pirri.
Appunto dentro di questa c’è un caso che possiamo affermare “da manuale” e questa è la realtà del quartiere di Monreale, una realtà nata come centro direzionale decentrato rispetto al cuore cagliaritano, che – a fronte di un progetto avveniristico – ha vissuto una realizzazione che non è arrivata in fondo. Così si è generata una situazione di stallo e di incompiuta. Con il conseguente declino.
Per questo il quartiere Monreale è appunto da manuale: edifici destinati a servizi per attività direzionali e terziario avanzato, basate su originali torri che però hanno visto alcune di queste bloccate a metà e in continuo degrado come se fossimo in guerra, aree residenziali originariamente di qualità e dignitose che mantengono il loro status ma attorniate da aree in completo abbandono, percorsi pedonali incompleti con interruzioni, criticità sul piano idrogeologico con flussi idraulici incontrollati che hanno compromesso piani interi interrati destinati a parcheggi, oramai inservibili. Assenza significativa di servizi commerciali, luoghi di relazione, spazi verdi, parchi e quanto chiunque desidera nel quartiere residenziale. In aggiunta l’infrastruttura viaria ha nodi non risolti, punti con colli di bottiglia e non fornisce neanche servizi di trasposto pubblico locale. Questi punti di debolezza e fragilità si innestano su un’area che trova intorno quartieri di edilizia residenziale di Pirri di vecchio impianto e aree recenti con debolezza di impianto urbano (Baracca Manna) ancora più critiche, oggetto di intervento pubblico per sanare una situazione di irregolarità diffusa, ma ancora debole nella sua dimensione di vita sociale e di identità. Le criticità incontrate nel quartiere Monreale da parte delle imprese incaricate di completare i lavori delle torri e di sviluppare i servizi territoriali con fallimenti in cascata, hanno lasciato uno strato di degrado progressivo.
Questa fotografia sfuocata di questa realtà, alle porte della città metropolitana che si incontra entrando a Cagliari dall’entroterra attraverso la primaria arteria regionale della Carlo Felice, ha però dalla sua un grande potenziale che può ribaltare il suo destino che pareva segnato.
Innanzittutto c’è una risoluzione giuridica che consegna al Comune la proprietà di diverse aree destinate ai servizi e mai concluse da chi doveva realizzare le opere e che nel mentre è fallito. L’aspetto chiave invece è la presa di coscienza dei residenti che iniziano ora, dopo tanti anni di situazione dormiente, un percorso di cittadini proattivi, responsabili, che si affacciano al futuro, nella speranza di un dialogo proficuo con la prossima amministrazione della città.
Una coincidenza? Può essere, ma se il buongiorno di vede dal mattino, pare che si sia partiti con il piede giusto: attivare quei processi di coinvolgimento collettivo, costruire un’identità di quartiere, definire i propri margini identitari ma essere aperti a ciò che capita intorno, impostare le questioni attraverso metodi e approcci incisivi e soprattutto responsabili. Come se si abbia consapevolezza che non servono editti, urla e rabbia, ma percorsi che portano ad una rigenerazione di quartiere tenendo conto anche delle istanze della città, della municipalità e dell’area metropolitana.
Il comitato promotore non ha perso molto tempo dalla sua nascita: si è posto l’obiettivo di incontrare i residenti, di ascoltare le persone, di strutturare la conoscenza storica, di iniziare un dialogo con gli interlocutori pubblici per le istanze puntuali più urgenti, quanto quella di elaborare idee e dare spazio all’immaginazione per avviare un percorso che coinvolga tutti per costruire le specifiche su cui elaborare un progetto di rigenerazione urbana. Così è nata l’idea di creare un questionario mirato che raccogliesse adesioni e al tempo stesso incominciasse a dissodare il terreno dell’isolamento individuale per aprire alla dimensione sociale e di comunità. Il questionario non è tardato a essere diffuso e a essere compilato.
E già qualcosa emerge, presto su queste pagine ci sarà una nota che descriverà i primi esiti del questionario composto da una prima parte di 2 sezioni con 17+7 =24 domande che tracciano il profilo degli utenti e alcuni orientamenti macroscopici e poi una seconda parte che in 5 sezioni approfondisce i temi su aspetti ambientali, urbanistici-paesaggistici, sociali, mobilità-trasporti, culturali-istituzionali e di governance con 3+5+6+5+3= 22 quesiti articolati.
Il questionario è stato concepito ed elaborato e chiunque può aggiungere il proprio contributo qui. https://forms.gle/yDVRu8DmNVJEh9vk9
PRIMI RISULTATI DEL QUESTIONARIO RIGENERAZIONE URBANA PIRRI
di Carlo Crespellani Porcella
Essendo una fase preliminare, quindi senza dati completi resi disponibili dalle amministrazioni locali (e quindi senza poter contare su un campione significativo), ci siamo accontentati di raccogliere informazioni sulle persone e sui loro orientamenti. Alcuni sono stati utili per conoscere il profilo di chi ha risposto e poter caratterizzare le risposte. Abbiamo intercettato nel giro di pochissimo tempo informazioni di alcune fasce d’età, esplorando il rapporto con il quartiere, lo stato civile, la struttura del nucleo familiare, il tipo di lavoro e relativa sede, la via dove si risiede, da quanto tempo, le caratteristiche oggettive e soggettive dell’abitazione.
Abbiamo voluto esplorare anche il tema della mobilità, della qualità urbana e del paesaggio. Per completare una prima parte non troppo lunga abbiamo anche chiesto una valutazione sulle proprie aspettative e priorità. Cosa vorresti che cambiasse, ma soprattutto cosa saresti disposto ad accettare pur di avere alcuni cambiamenti?
Ecco quindi i primi risultati da parte di quasi 100 persone che hanno dato riscontro al questionario a maggio 2024. Qui di seguito gli esiti della prima parte del questionario che approfondiremo in seguito.
PATTI DI COLLABORAZIONE - BUONE PRATICHE DI CITTADINANZA ATTIVA
Come comitato di quartiere Monreale ci faremo promotori di un disegno di legge atto a coinvolgere i cittadini nella gestione dei beni comuni. In linea con quanto hanno già legiferato altre regioni ci auspichiamo che venga normata una nuova forma di amministrazione anche in Sardegna, riguardante l'affido di giardini e aree verdi, piazze, aree gioco e immobili in disuso, esclusi però quelli occupati. Potranno essere garantite cure e adeguate manutenzione ad aree marginali, valorizzando le risorse di disponibilità e di partecipazione che le comunità sanno offrire.
Il provvedimento potrebbe dare mandato all’organizzazione di enti o associazioni di cittadini per chiedere in affido un palazzo o un’area dismessa per crearne un centro di incontro o altra attività per la cittadinanza. Il tutto con regole precise che prevedono la stipula di patti di collaborazione in cui i cittadini si associano per garantire la cura di un particolare bene, accettando di essere monitorati dall’ente pubblico.
Si tratta di buone pratiche di cittadinanza attiva per la gestione dei beni comuni.
Apriremo presto una discussione con altri quartieri
Cittadinanza attiva significa affermare il principio della "sovranità popolare" sancito nell'articolo 1 della Costituzione Italiana. La cittadinanza attiva forma competenze che portano al cosiddetto "empowerment" sociale e individuale.
«La cittadinanza non è un mero elenco di diritti e di doveri, bensì una postura, un modo di essere e di interagire con gli altri e con i luoghi che si abitano e che abitano dentro di noi». Irene Baldriga
Ambrogio Lorenzetti, "Effetti del Buon Governo in città" (1338). Siena, Palazzo Pubblico
RIGENERAZIONE URBANA
CI PONIAMO L'OBIETTIVO: "UN PROGETTO PER MONREALE"
Il verbo “rigenerare” (dal latino re-generare, generare di nuovo) è ultimamente tra i vocaboli più utilizzati quando si parla di transizione ecologica e ci indica qual è l’approccio più funzionale per preservare il pianeta, ovvero la ricostituzione di ciò che già esiste nell’ottica di mantenere ciò che ancora non è stato utilizzato. Poiché il verbo rigenerazione è molto utilizzato ci auguriamo non finisca per perdere di significato o che acquisisca molti/troppi significati che si potrebbero confondere o sovrapporre per spiegare tutto o troppo.
Da dove nasce il pensiero di rigenerazione urbana? Ripartiamo dall'incontro tra gli Stati Generali della Green Economy del 2016 che ci ha portato oggi ad affrontare tutte le politiche ambientali europee, a partire dal green city accord (movimento di sindaci europei impegnati a rendere le città più pulite e più sane). L'obiettivo è quello di migliorare la qualità della vita di tutti gli europei e ad accelerare l'attuazione della pertinente legislazione ambientale dell'UE. Accordo sulla città verde - Commissione europea (europa.eu)
Documenti - Green City Network
Il verbo “rigenerare” ci porta quindi ad un’azione di rinascita di tutti i fenomeni presenti sul territorio (oltre l’architettura), toccando l’aspetto sociale, urbano e ambientale al fine di migliorare la qualità di vita della popolazione residente. La rigenerazione urbana si contrappone alla trasformazione territoriale perché i suoi intenti sono sostanzialmente salvaguardare e ripristinare il suolo e le sue funzioni ecosistemiche. Il concetto è stato poi sviluppato dalla Commissione europea che fissa l’occupazione netta di terreno pari a zero entro il 2050, ovvero l’arresto definitivo del consumo di suolo e della relativa trasformazione territoriale.
La città di Cagliari ha aderito alla Carta per la Rigenerazione Urbana delle Green City che propone i contenuti qualificanti per definire programmi e progetti di intervento che se pur diversi e connessi ne condizioneranno gli aspetti della qualità ecologica. L'obiettivo è assicurare sostenibilità e resilienza nei programmi e nei progetti di intervento nell’era della crisi climatica, della scarsità di suolo e delle altre risorse naturali. Adesioni_Carta-Rigenerazione-per-le-Green-City-2.pdf (greencitynetwork.it)
MANUTENZIONE ELEMENTI STRUTTURALI TORRI
"Gli scheletri in acciaio oltre che ricettacolo di topi, immondizia e piccole gangs, potrebbero essere rischiosi anche da un punto di vista statico se i proprietari non fanno la manutenzione degli elementi strutturali come travi, solai e montanti, ma soprattutto dei cavi in acciaio inclinati e verticali che sostengono dall'alto del pilone centrale in c.a. tutti gli impalcati. La corrosione è stata infatti agevolata dalla continua esposizione di questi cavi in acciaio alle intemperie ( aria, acqua e vento) da più di 40 anni. E verrebbe da chiedersi anche se gli amministratori dei condomini delle torri attualmente in uso effettuano la manutenzione delle loro strutture, trattandosi appunto di strutture appese che lavorano a trazione e non caricanti ( quindi lavoranti perlopiù a compressione) su i muri o pilastri della costruzioni in muratura o in c.a. che hanno i ferri quanto meno protette dal cemento ( pure questi dovrebbero essere soggetti a controlli periodicamente)."
Mario Melis
VIABILITA' VARIANTE AL PUC PER REALIZZAZIONE DI INNESTO IN VIA TAMBURINO SARDA PER VIA STAMIRA E REALIZZAZIONE DI UNA ROTATORIA
Sotto delibere n°74/2015 103/2016 340/2010 e breve estratto, approvazione di un progetto preliminare denominato “Opere di urbanizzazione primaria del Quartiere di Barraccamanna - Via Verga”
"la viabilità del quartiere di Baracca Manna, normata all’art. 5 delle NTA del P.R.U particolare la realizzazione della via Verga, la stessa già individuata nel P.R.U. (vedi tavola 6 Zonizzazione su Catastale), consentirà di dare al quartiere un comodo accesso a Pirri e a Cagliari, nonché un collegamento con l’asse mediano e quindi con la SS 131; particolare la realizzazione della via Verga, la stessa già individuata nel P.R.U. (vedi tavola 6 Zonizzazione su Catastale), Con delibera della Giunta Comunale n°340 del 23.12.2010 è stato approvato il progetto preliminare denominato “Opere di urbanizzazione primaria del Quartiere di Barracca Manna - Via Verga” che prevedeva la realizzazione di una strada di collegamento tra via Tamburino Sardo e la via Stamira, con l’ ingresso a raso”; Successive esigenze manifestate dai cittadini all’Amministrazione Comunale hanno richiesto, anche la realizzazione di una rotatoria all’intersezione della realizzazione della via Verga; La scelta di un’intersezione del tipo , oltre a migliorare la sicurezza del traffico di arredo degli spazi, di dare veicolare consentirà, con un adeguato sistema di illuminazione e al quartiere anche delle caratteristiche migliori dal punto di vista estetico; al quartiere anche delle caratteristiche migliori dal punto di vista estetico; La rotatoria ricade, in parte, in aree esterne al perimetro del P.R.U. di Barracca Manna, classificate secondo il vigente P.U.Cche per l opera in argomento non deve essere assoggettato a variante;....."
SITO COMUNE DI CAGLIARI
Variante al Pru Barracca Manna - Realizzazione della Via Verga
Variante sostanziale al Piano di risanamento urbanistico Barracca Manna connessa alla realizzazione della Via Verga, strada di collegamento tra la Via Tamburino Sardo e la Via Stamira
Argomenti
Descrizione
Il Consiglio comunale approva la variante sostanziale al Piano di risanamento urbanistico Barracca Manna connessa alla realizzazione della Via Verga, strada di collegamento tra la Via Tamburino Sardo e la Via Stamira, con reiterazione del vincolo preordinato all'esproprio relativamente alle particelle indicate nel piano particellare d'esproprio allegato
Pubblicazione
28
DIC/15
Documenti principali
Delibera n. 74 del 22/12/2015 (adozione)
Tempi e fasi
28DIC/15
Adozione variante
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 74 del 22 dicembre 2015 e allegati
24MAR/16
Pubblicazione Buras (consultazione pubblica)
Avviso Buras n. 14 del 24 marzo 2016
09NOV/16
Approvazione definitiva
Deliberazione di Consiglio n. 103 del 02 novembre 2016
23MAR/17
Pubblicazione Buras (entrata in vigore )
La presenza di una casa abusiva sino ad oggi non ha permesso la realizzazione del progetto in delibera che prevedeva una spesa di di 915.000 euro.
Sia Barracamanna che Monreale sono ostaggi di un abusivo.
Si narra che la prima rotatoria fu realizzata nel 1819 in Gran Bretagna a Piccadilly Circus: si trattava di un semplice incrocio circolare, da cui proprio il nome “circus”, nel quale era permessa la circolazione a doppio senso attorno all’isola centrale. Tale rotatoria collegava Regent Street a Piccadilly. Fu realizzata con l’intento di decongestionare l’intenso traffico della zona, in realtà la sua costruzione non fece altro che favorire ancor di più l’interscambio tra le strade attigue.
La condizione ottimale per la realizzazione di una rotatoria è la presenza di flussi il più possibile uniformi in tutti i bracci d’ingresso, di strade della medesima gerarchia funzionale e/o di un numero elevato di veicoli in svolta a sinistra.
INIZIAMO DAI MARCIAPIEDI E DALLE STRADE DEL QUARTIERE
Le strade e i marciapiedi del quartiere non sono mai stati collaudati, chiederemo che nel prossimo programma triennale delle opere pubbliche sia inserita la voce “progettazione, realizzazione e collaudo delle strade, marciapiedi e illuminazione secondo il principio del design universale del quartiere di Monreale”.
Ricordiamo che nel quartiere oltre ad avere un alto tasso di cittadini ormai anziani, abbiamo localizzato l' lstituto Europeo Ricerca Formazione Orientamento Professionale di eccellenza per disabili ed emarginati - I.E.R.F.O.P.. Trattasi di un’Associazione nata per volontà delle principali Associazioni Nazionali rappresentative dei disabili fisici e sensoriali, riconosciuta dalla Regione Autonoma della Sardegna con D.P.G.R. n. 147 del 19 giugno 1997. L’ Associazione promuove l’integrale attuazione dei diritti sanciti dalla Carta Costituzionale della Repubblica Italiana, della Costituzione e delle direttive Europee, della Carta dei Diritti dell’uomo e della Convenzione delle persone con disabilità emanata dall’Organizzazione delle Nazioni Unite concernenti l’uguaglianza di dignità, di pari opportunità e la lotta contro ogni forma di discriminazione di cittadini con disabilità sensoriali, fisiche o funzionali, psichiche ed intellettive – relazionali e nei confronti di chiunque italiano o residente in Italia si trovi in condizioni di marginalità sociale.
Cosa si intende per design universale?
Il design universale è fondato su sette principi: equità, flessibilità, semplicità, percettibilità, tolleranza all’errore, contenimento dello sforzo fisico, misure e spazi sufficienti. Il design universale è relazionato o integrato ad altri due concetti quali: 1) design per tutti cioè “il design per la diversità umana, l’inclusione sociale e l’uguaglianza” e il suo scopo è quello di facilitare per tutti le pari opportunità di partecipazione in ogni aspetto della società; 2) design inclusivo approccio progettuale generale in cui viene garantito che prodotti e servizi rispondano alle esigenze di un pubblico il più vasto possibile, indipendentemente da età o abilità.
Insomma vogliamo un quartiere inclusivo con una accessibilità per tutti
foto tratta da architutti.it)
ALTRE FORME DELL' ABITARE
housing sociale e cohousing sono nuove tipologie dell'abitare. Nel primo caso si tratta di abitazioni sostenibili, anche dal punto di vista sociale, a costi calmierati, le case possono essere costruite (insieme a chi va ad abitarvi, secondo i propri gusti personali), oppure si possono ottenere riqualificando degli edifici. La missione è quella di garantire l’accesso agli alloggi a tutte le categorie sociali. I destinatari sono giovani coppie, nuclei familiari a basso reddito, anziani, studenti fuorisede e nuovi lavoratori. (Sardegna Social Housing – Sito ufficiale).
Cohousing significa “abitare insieme”, e consiste nel condividere con delle persone (degli sconosciuti che vengono selezionati preventivamente) solo alcuni spazi della casa, come la cucina, la zona lavanderia, il salotto, ma non le camere da letto. Nasce dall’esigenza di vivere in comunità, dal desiderio di condivisione come antidoto all’individualismo e solitudine. Il cohousing è utile per chi ha dei figli, che potrebbero essere supervisionati da adulti, ed è comodo per gli anziani soli.